Tecnica

Il linguaggio del corpo di Salvo Noè

Siamo tutti interessati al linguaggio del corpo, e ciascuno di noi ha una propria idea sui significati che il corpo ci invia.

Ma è vero che dal movimento del corpo si può capire lo stato d’animo degli altri? Si è vero!

Questo perché la comunicazione non verbale è rapida e diretta ed arriva molto prima delle parole. Quindi un’espressione o un gesto sono molto più efficaci rispetto alle parole perché sono istantanei.

È come quando incontriamo una persona che non ci è molto simpatica e la prima espressione che si dipinge sul nostro volto è una smorfia di disgusto! Se ci capita di essere in mezzo a conoscenti e non ci sentiamo a nostro agio, come possiamo fare per non farci scoprire?

Oppure come faccio a scoprire se la persona con cui sto parlando si sente a proprio agio con me?

Per comprendere quali sono i segnali rivelatori di questo stato è necessario capire da dove nasce il disagio.
Può nascere da due fattori: timidezza o volontà di non svelare se stessi. Ognuno di questi motivi spinge la persona a simulare sensazione di benessere o dissimulare imbarazzo che il dialogo fa nascere.
Il primo segnale è senz’altro lo sguardo, il fatto di NON guardare negli occhi è un segnale per dire “allontanati”.

Quali sono i segnali del corpo che indicano tensione o nervosismo?

Tutti i movimenti veloci o ripetitivi sono indice di tensione e nervosismo, come:

  • toccarsi continuamente i vestiti;
  • toccarsi in modo ripetuto e nervoso i capelli;
  • spostare lo sguardo per evitare il contatto degli occhi.

Sono tutti segnali che mostrano disagio. Quindi a seconda del nostro obiettivo, dob- biamo usare la comunicazione verbale per aggiustare l’andamento dell’interazione.

Quali sono i movimenti che manifestano dubbio o preoccupazione?

Coprirsi la bocca con le mani e arricciare le labbra, socchiudere gli occhi e corrugare la fronte.

Ma attenzione, movimenti simili possono assumere significati diversi e quindi rivelare emozioni o pensieri diversi!
Quindi attenti al contesto dell’interazione! Esempio: segnali di disinteresse sono spostare la testa e lo sguardo di lato, postura molle ed eccessivamente rilassata. Ogni gesto e movimento assume un significato solo in un preciso momento.

COME POSSIAMO CAPIRE COME LEGGERE I MESSAGGI DEL CORPO?
Per interpretare le espressioni facciali, come regola generale possiamo considerare questa:

  • le emozioni reali sono espresse da movimenti del viso simmetrici;
  • quando si vuole simulare, l’espressione del viso è asimmetrica.

La comunicazione non verbale (CNV) partecipa in modo attivo alla produzione del significato di qualsiasi atto comunicativo.

Essa non fornisce informazioni proposizionali, come la comunicazione verbale, ma svolge una funzione relazionale: cioè aiuta a definire la relazione tramite i segnali non verbali inviati. Dunque la comunicazione non verbale permette di generare e sviluppare una interazione con gli altri, infatti, i diversi segnali non linguistici trasmessi (sorriso, sequenza di gesti, una certa postura del corpo ecc.) possono far sì che si sviluppi una relazione o possono al contrario farla estinguere.

LA COMUNICAZIONE NON VERBALE RISULTA INOLTRE FONDAMENTALE NEL RINNOVARE E NEL MANTENERE LE RELAZIONI NEL CORSO DEL TEMPO.
Infatti, la modificazione dei gesti, dello sguardo, della qualità della voce, ecc. risulta conforme alla modificazione di un certo tipo di relazione (sia di dominanza, d’amore o di cooperazione); se una relazione cambia, nel corso del tempo, cambiano anche i segnali non verbali trasmessi.

Se una relazione si estingue si assiste a una riduzione progressiva o a una interruzione improvvisa di contatti, a una presa di distanza fisica, a una diminuzione dei contatti affettivi ecc.

La CNV interviene nelle manifestazioni delle emozioni e dell’intimità, nelle relazioni di potere e di persuasione. Le emozioni sono comunicate prevalentemente dalla CNV, sia in fase di produzione che di riconoscimento.

La voce, la mimica facciale, i gesti, la postura ecc. presentano un certo grado di universalità nel manifestare un’emozione, ma dipendono anche dalle differenze culturali, di personalità e di contesto.

Il soggetto può esternare le emozioni che prova tramite i diversi segnali non verbali, ma può anche controllarli volontariamente, come quando si trova in situazioni ufficiali, formali e in presenza di interlocutori estranei.

Quindi I SEGNALI NON VERBALI POSSONO ESSERE SPONTANEI, MA ANCHE CONTROLLATI.

Nella relazione di intimità, la CNV svolge una funzione fondamentale

In essa aumenta la frequenza e l’intensità dei sorrisi, dei contatti oculari e corporei, lo spazio prossemico si riduce notevolmente, la voce diventa flessibile e calda. Infine, la CNV definisce e mantiene la relazione di dominanza.

DOMINARE, NEL PROCESSO COMUNICATIVO, SIGNIFICA INFLUENZARE LA CONDOTTA ALTRUI.
Sulla base di ciò, i comportamenti non verbali influenzano l’attribuzione di status e leadership tanto quanto gli elementi verbali. L’apparenza fisica e quindi l’abbigliamento, l’altezza, la dimensione corporea suscitano la percezione di potere.

Gli individui di status elevato utilizzano maggiore spazio personale, mostrano una postura espansiva e rilassata, toccano spesso l’interlocutore e presentano un’espressione facciale generalmente seria rispetto all’individuo che assume una posizione di sottomissione.

Al contrario, quest’ultimo tende a mantenere una postura rigida e tesa, collegata ad uno stato di tensione e ansia, mostra frequenti sorrisi e tende a distogliere lo sguardo nei momenti chiave della conversazione.

ANCHE IL PROCESSO DI PERSUASIONE IMPIEGA DIVERSI SEGNALI NON VERBALI.
Alcuni autori sostengono che l’applauso da parte degli uditori verso diversi politici è stimolato da alcuni accorgimenti non verbali, che essi operano: lo sguardo rivolto al pubblico, l’aumento del tono della voce, il cambio del ritmo e gesti marcati che accrescono l’enfasi del discorso. Sotto questo punto di vista la persuasione comunicativa è trasmessa notevolmente tramite i segnali non verbali.

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