Motivazione

Il concetto di sè di Mario Sparacia

Ogni cambiamento o anche un tentativo di cambiare tutto quello che state facendo, vi mette a disagio.

Tentando di cambiare ci si sposta fuori dalla nostra zona di comfort e quindi dalle nostre certezze che, per quanto dolorose, diventano accettabili proprio perché le conosciamo e decidiamo di accoglierle nella nostra quotidianità. Quando si è raggiunto il limite, dove il prezzo da pagare in termini di dolore diventa troppo alto, si decide di cambiare.

I cambiamenti, creano onde d’urto che smuovono convinzioni e certezze. Ci si sente sempre più a disagio. Si verificano stress e tensione.

Quando il cambiamento è troppo estremo, la nostra salute fisica e mentale può essere influenzata.

Potremmo soffrire di insonnia, indigestione o fatica.

Potremmo reagire con impazienza, irritabilità o rabbia. Potremmo sentirci spesso in uno stato emotivo simile ad una corsa sulle montagne russe.

RESETTA I TUOI STANDARD INTERNI
Se si vuole sviluppare un nuovo concetto di bellezza emotiva, è quindi necessario aumentare il livello di auto-stima.

  • È necessario aumentare la percezione che si ha di sé stessi e dell’immagine che ci siamo “cuciti” addosso.
  • È necessario aumentare le nostre convinzioni/aspirazioni, impostare obiettivi più elevati e definire strategie per raggiungerli.
  • È necessario cominciare a pensare, vedere, credere come persone capaci di essere. Persone che, attraverso la comunicazione Vestemica, sviluppano una maggiore consapevolezza di cosa, come, quando comunicare.

È necessario prendere in carico di sviluppare un nuovo concetto di sé più coerente con quello che si vuole veramente realizzare.

COSTRUISCI IL TUO LIVELLO DENOMINATO “CONCETTO DI SÉ”
Il nostro concetto di sé determina i livelli di prestazioni ed efficienza in tutto quello che facciamo
.

Cambiare l’immagine che si ha di sé stessi ci consente di ottenere risultati straordinari in ogni area della nostra vita. Possiamo utilizzare Avatar che risulteranno funzionali in ogni contesto specifico.

Personalmente ho sviluppato un processo che utilizza mentori/avatar e la comunicazione prossemica.

Questo metodo consente di andare oltre la nostra zona di comfort in totale sicurezza.

  • ZONA INTIMA – NESSUN AVATAR: È una distanza comunemente nota fra madre e figlio, ma anche fra partner: il contatto fisico in questi casi non crea né soggezione, né fastidio.
  • ZONA INTERPERSONALE – AVATAR AMICO: Normalmente consentiamo una vicinanza di questo genere ad amici o a persone per le quali proviamo attrazione.
  • ZONA SOCIALE – AVATAR COLLEGA: Regola rapporti formali e normalmente è la distanza richiesta quando si interagisce con impiegati negli uffici, con dipendenti e colleghi.
  • ZONA PUBBLICA – AVATAR GENERALE: A queste distanze ci si percepisce come elementi facenti parte dell’ambiente.

C’È UNA TRAPPOLA NELLA VITA DI OGNI PERSONA

La trappola si chiama “zona di comfort” e voglio chiarirvela attraverso questa storia.

Una volta un re ricevette in regalo due magnifici falchi. Erano falchi pellegrini, i più begli uccelli che avesse mai visto. Diede i suoi preziosi falchi al suo capo falconiere per allenarli. I mesi passarono e un giorno il capo falconiere informò il re che, anche se uno dei falchi era maestosamente volato altissimo nel cielo, l’altro uccello non s’era mosso dal suo ramo dal giorno in cui era arrivato.

Il re convocò guaritori e stregoni da tutte le terre per prendersi cura del falco ma nessuno riuscì a farlo volare.

Presentò allora il caso ai membri della sua corte ma, il giorno successivo, il re vide attraverso la finestra del palazzo che l’uccello non si era ancora mosso dal trespolo. Avendo provato ogni cosa, il re pensò tra se e se “Forse ho bisogno di qualcuno che conosca meglio la campagna per capire la natura di questo problema”. Così chiamò la sua corte e disse “Andate e portate un contadino”.

In mattinata, il re fu elettrizzato di vedere il falco volare alto sopra i giardini del palazzo e disse ai membri della corte “Portatemi la persona che ha fatto questo miracolo!”.

La corte velocemente andò dal contadino e lo accompagnò di fronte al re. Il re quindi gli chiese “dimmi, come hai fatto a far volare questo falco?”

Con la testa inchinata il contadino disse “È stato molto facile Sua Altezza, ho semplicemente tagliato il ramo su cui l’uccello era seduto”.

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