Motivazione

La Sconfitta Vincente di Riccardo Pittis

“Io che ho vinto tanto nella vita so una cosa che in pochi sanno: vincere non è così bello quanto è brutto perdere, e quello che si prova dopo una vittoria non è altrettanto lungo”

Questa frase viene attribuita a Silvio Berlusconi nello sceneggiato “1993” dopo una cocente sconfitta del suo amato Milan in Coppa dei Campioni. Seppur finzione cinematografica, queste parole potrebbe averle pensate o dette chiunque abbia partecipato ad un qualsiasi tipo di gara e sia arrivato secondo.

In qualsiasi ambito, la sconfitta è sempre dolorosa. In quello sportivo probabilmente lo è ancora di più, perché enfatizzata da numerosi fattori, primo fra tutti la cinica legge dello sport per cui spesso tutto si consuma in una singola gara, dove vince solo uno dei contendenti e spesso risolta in termini di centesimi di secondo o singoli episodi, un rigore, un tiro allo scadere o un fotofinish.

La frase di Berlusconi mi colpì molto la prima volta che la sentii, proprio perché avrei potuto dirla anch’io.

Per me è una grande verità, soprattutto nella seconda parte, quella riferita all’effimerità del piacere di una vittoria rispetto alla persistenza del dolore di una sconfitta.

Quando vinci una Coppa o un Campionato, la gioia e le emozioni che provi nell’immediato dopo partita sono straordinariamente intense. Perdi il contatto con la ragione e vieni travolto da un’onda emotiva che non ha eguali e che sinceramente non penso si possa provare in altre situazioni. Poi i festeggiamenti, la notte stessa in cui non vorresti mai andare a dormire per non far finire quella sensazione di felicità assoluta ed anche quando ci vai resti sveglio per la quantità abnorme di adrenalina che ti circola ancora nel corpo.

Il giorno successivo, seppur già molto attenuata, questa piacevole sensazione permane quando leggi i giornali che testimoniano l’impresa riuscita o incroci qualche tifoso che si complimenta. Dopodichè inizia a scemare repentinamente fino a sparire dopo 24/36 ore dalla vittoria.

La sconfitta per contro, pur non avendo gli stessi picchi emotivi della vittoria, è molto più persistente. E’ un pensiero subdolo e strisciante che si insinua nella tua mente ed ogni tanto viene fuori, lo senti a livello fisico attraverso delle strette allo stomaco, trascina il tuo stato emotivo verso il basso e ti riempie di rimpianti, facendoti pensare a tutto quello che avresti dovuto o potuto fare per riuscire a vincere.

Ho spesso paragonato la sconfitta ad una sorta di lutto.

Da quando ero bambino ed ancor più dopo aver iniziato a giocare a basket, ho sempre odiato perdere.

Da una parte, questa ricerca quasi ossessiva della vittoria, è stata una potente leva motivazionale che mi ha spinto ad ottenere importanti successi. Dall’altra, la non accettazione della sconfitta avrebbe potuto limitarmi molto. Ho presto capito sulla mia pelle che perdere è una legge ineluttabile e come tale dev’essere accettata. All’inizio è stata dura, perché quando sei un ragazzino di 13/14 anni e perdi la finale del campionato cadetti, non hai ancora la maturità e la consapevolezza necessarie per non piangere, accettare la sconfitta, rialzarsi, imparare la lezione e cercare di vincere la prossima. Ma quel fiume di lacrime, che non fu fermato nemmeno dal premio ricevuto come miglior giocatore della competizione e che ricordo molto bene ancora oggi, fu molto importante per il prosieguo della mia carriera e della mia vita.

Dopo quella cocente sconfitta, crescendo capii che perdere non era la morte di nessuno e che anzi era normale. Meglio ancora, fondamentale per divenire dei vincenti, nel momento in cui la accetti e la prendi come lezione.

Una delle frasi che più spesso condivido nei miei speech è “perdi la partita o il campionato, ma non perdere la lezione, perché quando la capirai sarai pronto per vincere”

Nella mia esperienza sportiva, ho avuto la fortuna di vincere molto, ma anche di perdere altrettanto se non di più. Per tutte le Coppe e Campionati vinti, le sconfitte sono state sempre più numerose. Questo discorso vale per me, così come per campioni ben più grandi del sottoscritto.

Muhammad Alì, Federer, Tiger Woods, Pelè, Vezzali, Thorpe e potrei citarne mille altri di altrettanto grandi, di ogni disciplina sportiva e di tutti i tempi, hanno vinto tantissimo nelle loro splendide carriere e comunque sono passati tutti attraverso il tunnel della sconfitta.

Famosissima e molto citata come esempio la frase di Michael Jordan, un altro grandissimo campione: “Avrò segnato undici volte canestri vincenti sulla sirena, e altre diciassette volte a meno di dieci secondi alla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di 9.000 tiri. Ho perso quasi 300 partite. Per 36 volte i miei compagni si sono affidati a me per il tiro decisivo… e l’ho sbagliato. Ho fallito tante e tante e tante volte nella mia vita. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.”

Emblematica e riassuntiva per il valore della sconfitta ai fini della vittoria.

Tutto questo non vale solo nello sport, ma anche nel lavoro e più in generale nella vita.

Ognuno di noi passa attraverso momenti belli e meno belli, vittorie e sconfitte che segnano la nostra “carriera”. Quante volte un contratto non va a buon fine nella vostra professione, oppure viene persa un’occasione per un miglioramento della propria vita. In questi casi la tentazione di mollare è spesso molto forte. La delusione per la “sconfitta” però, di qualsiasi tipo sia, può portare ad un risultato ben peggiore. Il Rimpianto, o peggio ancora il Rimorso, per non averci più provato.

La consapevolezza e successivamente l’accettazione sono i primi passaggi fondamentali. Dopodichè si può iniziare a costruire una MENTALITA’ VINCENTE per poter raggiungere più facilmente gli obbiettivi che ognuno di noi vuole raggiungere.

Io ho avuto la fortuna di poterlo prima imparare e poi metterlo in atto durante la mia carriera a livello inconscio.

Poi, grazie al mio percorso da Mental Coach, ho potuto decrittarlo e trovare gli strumenti per poterlo trasmettere e trasferire agli altri.

Oggi è questo il mio lavoro. Portare le persone e le aziende a provare il PIACERE DEL SUCCESSO.

Nel prossimo articolo suggerimenti su come CREARE UNA MENTALITA’ VINCENTE

A presto

Autore: Riccardo Pittis – RP7 Performance Coach www.riccardopittis.it

Articoli correlati

PEAK STATE: Tre passi per ottenere una vera svolta nella tua vita

La redazione

La crescita personale e il perchè dovresti iniziare a investire su te stesso di Lorenzo Frisina

La redazione

Ti stai ponendo le domande giuste?

La redazione

Lascia un commento

Per offrirti un' esperienza di navigazione efficace il nostro sito utilizza dei Cookies. Continuando la navigazione ne accetti l'utilizzo. Chiudi Trattamento dei dati personali