Cosa ti rende felice? Il risultato economico che ottieni o la strada che fai per arrivarci?
Sei come Frida Khalo che non si lascia fermare nemmeno dalla spina bifida e da un gravissimo incidente che la tiene bloccata a letto per mesi, pur di poter disegnare e dare sfogo alla sua passione o sei come Donald Trump che non importa cosa faccia, purché produca denaro?
Quello che rispondi a questa domanda farà tutta la differenza nella tua vita e soprattutto nei tuoi risultati.
Non c’è una risposta giusta e una sbagliata, anche se la maggior parte delle persone crede sia così.
C’è chi è convinto che solo se fai quello che ami puoi essere davvero felice e quindi spenderà ogni sua parola per dirti che devi assolutamente trovare “il lavoro perfetto” quello che ti fa alzare la mattina pieno di entusiasmo e voglia di correre incontro alla giornata, che i soldi non fanno la felicità e che quello che importa è quanto ti realizzi in quello che fai.
E poi c’è chi è convinto al 100% del contrario e ti dirà che non importa cosa fai, l’importante è il risultato che ottieni: se fai soldi e guadagni sarai contento, a prescindere dal cosa hai fatto per guadagnarli.
Per anni sono stata dell’idea anche io che ci fosse una risposta giusta in assoluto, ma con il tempo – e una lunga serie di studi, tentativi ed errori – ho capito che la realtà è un’altra: non esiste una risposta giusta uguale per tutti. Anzi, questo bivio “Passione o Soldi” è solo un finto dilemma che deriva dal fatto che tutt’oggi la maggior parte di noi ha un’idea del Lavoro che è vecchia, obsoleta e per niente efficace.
E non mi riferisco solo a quel ritornello che si sente – troppo – spesso ripetere nel network marketing per cui il lavoro è una schiavitù e solo la Libertà finanziaria ti permetterà di liberarti dalle catene oppressive del Lavoro.
Anche questo è solo un modo di vedere parziale, come ormai alcune branche della scienza e della psicologia stanno dimostrando sempre più chiaramente: il LAVORO così come può essere fatto oggi, a differenza di solo pochi anni fa, è una delle vie più potenti per l’autorealizzazione personale.
In questo articolo voglio dunque condividere con te le preziose scoperte che ho fatto in questi quasi dieci anni di vagabondaggio interiore e professionale alla ricerca di risposte più soddisfacenti di quelle che mi ritrovavo in tasca: “Come mai solo alcuni riescono ad avere successo e altri no? Perché alcuni vivono felici e soddisfatti dei soldi che guadagnano mentre altri sono disposti a rinunciare ai soldi pur di fare quello che amano?”
Scopriremo quindi come ognuno di noi ha dentro di sé un codice unico e non modificabile per avere successo ed essere felice allo stesso tempo e come sia assolutamente inutile e controproducente ignorare questo codice unico, cercando di convincersi che “se gli altri ci riescono allora lo posso fare anche io”.
Parleremo di come capire questo codice personalissimo e come usarlo finalmente a vantaggio tuo e di chi scegli di circondarti nella tua attività.
Sono informazioni decisive perché quando ignori il tuo personalissimo codice e ti butti a pesce dentro il film di qualcun altro, convinto che siccome lui ha avuto successo, anche tu ci riuscirai – a forza di spingere, lottare e non mollare sei destinato irreversibilmente a fallire. Non importa quanto “duro” tu ci creda, o pensi di crederci…
D’altronde dài, se questa teoria che “basta crederci abbastanza” fosse vera, il mondo del network marketing sarebbe fatto tutto e solo da storie di grandi successi. Se “crederci forte” fosse sufficiente per avere successo nel network marketing – come del resto in ogni altra attività e professione – ci sarebbero solo persone che raggiungono i loro risultati.
Ma così non è. Anzi. Sono molte di più le persone che non raggiungono risultati di quelle che ci riescono, lo sappiamo tutti.
I soldi (non) fanno la felicità (o forse si)
Era una serata piena di nebbia di quelle che solo la pianura padana riesce a produrre. Rientravo da una visita deludente presso un potenziale cliente a cui avevo cercato di piazzare il nostro prodotto con tutte le migliori intenzioni, ma niente.
Ero frustrata come non mai e avevo disperato bisogno di un qualche diversivo per farmi sbollire i bollenti spiriti che quella giornata mi aveva regalato.
Sono una donna ma lo shopping è qualcosa che non mi rilassa minimamente, a meno che non si tratti di libri e librerie. E fortuna volle che quella sera ce ne fosse una di immensa sulla mia strada perciò mi ci fiondai dentro, alla ricerca di risposte. Oggi so che cercare risposte quando non hai ben chiaro le domande è molto pericoloso ma allora di esperienza e di informazioni sul come va davvero il mondo del lavoro non ne avevo molte.
Ero un ingegnere, con una laurea presa perché “sei brava in matematica” e nessuna vera propensione per la professione. Ma anche se non era il sogno della mia vita, e anche se passavo le notti a cercare di capire cos’altro avrei potuto fare di lavoro, era comunque un lavoro che mi faceva guadagnare bene.
Almeno fino a quando non è piovuta la crisi dritta in testa nel settore dell’Automotive per cui lavoravo.
Neanche il tempo di dire “che è successo?” e ci ritrovammo con il parco clienti fatto di cadaveri in cassa integrazione. Un’esperienza decisamente poco gradevole. Fino ad allora ero stata convinta che la questione dei soldi non mi riguardasse: io lavoravo e li prendevo mentre il commercialista aveva il compito di occuparsi del resto (sì ok, è abbastanza vergognoso come pensiero, lo so, non serve che me lo ricordi anche tu!).
Poi però, con l’arrivo della crisi le mie certezze al riguardo avevano cominciato a vacillare: se continuavo così, fra chiusure e tagli delle aziende per cui lavoravo, presto non avrei avuto più molto di che far lavorare il mio commercialista.
E l’incontro deludente dal cliente di quel giorno non faceva che confermare la cosa.
Ricordo distintamente il pensiero che mi attraversava la mente mentre ronzavo attorno agli scaffali. Suonava più o meno così: “E’ evidente che mi sfugge qualcosa. Se fosse stato sufficiente avere una laurea “sicura” per lavorare, oggi non sarei in questa situazione.”
Così pensando inciampai nella sezione “business” di quell’immensa libreria e in qualche minuto mi sentii come Harry Potter quando scopre di poter entrare nel mondo parallelo di Hogwarts!
Il fascino sottile della Libertà Finanziaria di cui non sapevo nulla ma che cominciava ad avvolgermi anche solo leggendo le copertine di quei volumi, mi conquistò in un attimo.
I soldi forse non facevano la felicità, ma non averne era peggio. Era arrivato il momento per me di capire come craccare il codice del successo che tutti quegli autori dentro la mia borsetta dicevano di padroneggiare con certezza assoluta e, soprattutto, di saper insegnare.
Quel pericoloso miraggio della Libertà Finanziaria
Dai diciamocelo francamente, tanto se stai leggendo questo articolo sei anche tu uno dei nostri. Quanto bello è poter pensare di diventare liberi al punto che non devi più lavorare?
Quanto è affascinante quell’oasi fatta di soldi che si generano da soli senza che tu debba muovere più nemmeno un dito, mentre passi la vita fra una vacanza e l’altra, a bere Mojito sulle spiagge più belle del mondo?
E’ tanto più affascinante quanto più orrenda è la realtà lavorativa che stai vivendo nella tua vita di ogni giorno. Capi deficienti, clienti ingestibili che pagano sempre meno, stress a mille al punto che quando finalmente arrivano le ferie passi tutto il tempo a dormire, solo per recuperare una forma fisica decente…
La vita lavorativa di oggi è diventata parecchio più complicata e ostile di quando c’era mamma-Fiat che dava tranquillità, ferie pagate e pensione a tutti. Non c’è quindi davvero niente di più ovvio che rimanere affascinati da chi ti vende il grande sogno della Libertà Finanziaria: niente più problemi, niente più rompimenti di nessun tipo, solo il bello di goderti la vita. Fantastico.
Ora però ti chiedo: fai un po’ il giro delle tue conoscenze o anche solo della tua bacheca Facebook e prova a guardare quanti fra i tuoi conoscenti, negli ultimi quasi 10 anni da che questa cosa della Libertà Finanziaria ha cominciato a girare, sono VERAMENTE diventati ricchi e finanziariamente liberi.
Con ogni probabilità nessuno. Quanto meno nessuno di quelli con cui ti ritrovi ad uscire a cena o a bere una birra il sabato sera. Non contare quelli che su Facebook DICONO di essere liberi e felici. Conta solo quelli che TU, con i tuoi occhi, hai visto liberi e felici a bere il famoso Mojito sulle spiagge più belle. Fatto? Ecco, vedi, questo è il motivo per cui ti dico che quella della Libertà Finanziaria è un miraggio.
Se fosse scienza, se fosse veramente un sistema, avresti decine di amici liberi finanziariamente (oltre ad esserlo tu, ovviamente).
Il Network Marketing non è per tutti
Aspetta, non ti arrabbiare. Seguimi ancora per un poco e ti dimostrerò, da bravo ingegnere, che quello che dico è vero. Ma soprattutto, se avrai la pazienza di finire di leggere, ti darò anche una formula super efficace per riconoscere DAVVERO chi ha la stoffa del networker e chi no. Prima lascia che ti racconti ancora un aneddoto personale.
Mi trovavo ad una presentazione serale nell’ufficio di un distributore Herbalife, piuttosto in alto in termini di qualifica.
Avevo già il mio codice e stavo cercando di venire a capo del come riuscire anche io ad avere i risultati che sentivo raccontare dalle mie upline. Upline che naturalmente mi ero scelta con grande attenzione, in modo da potermi circondare di gruppi di pari che mi facessero crescere il più in fretta possibile. Da manuale insomma. La distributrice in questione, a fine serata, mi disse soddisfatta “Eh sì, si vede tu sei un profilo A, un’imprenditrice. Si vede da come ragioni, si vede da come parli, sei sveglia…” Io, perplessa le chiesi quali altri profili ci fossero. E lei mi disse che c’erano i profili A che promettevano meglio di tutti, mentre i B erano profili di minor qualità perché erano persone meno brillanti.
Un analogo commento me lo fece la mia upline in Juice Plus, quando mi conobbe – sì, ne ho provati parecchi di network, questi sono solo la punta dell’iceberg.
Ho dragato approfonditamente anche il mercato americano, per questo oggi ho parecchie storie ed esperienze da spendere, molte delle quali sono dei “dietro le quinte” che ho pericolosamente rincorso pur di arrivare a capire davvero la verità. Dunque stando alle loro previsioni io avrei dovuto avere un successo straordinario nel network. Stando alle previsioni.
Peccato che questo sistema di previsione sia in realtà solo una delle tante informazioni “dinosauro” che girano nel network marketing.
Se fosse sufficiente avere una spiccata propensione imprenditoriale per avere successo nel network, non ci sarebbero così tanti imprenditori con i garage pieni di scatoloni di prodotti invenduti!
Il punto è che il “mio profilo A” alla resa dei conti è molto meno importante e ha molto meno incidenza sui miei risultati di quanto ne abbia il mio CODICE DI BASE.
Ricordi all’inizio quando ti chiedevo se sai che tipo di CODICE DI BASE hai, se sei uno stile Frida Khalo o Donald Trump?
Bene: all’epoca dei miei tentativi di network marketing io PENSAVO di essere interessata a guadagnare di più, a raggiungere la fantastica e mirabolante Libertà Finanziaria, ma in realtà, nel mio profondo, io avevo un codice “Frida Khalo”.
Per me, fare qualcosa che ha veramente un senso, un significato, qualcosa DI MIO, che mi appassiona, è molto più importante che fare soldi. Fare soldi è una conseguenza, interessante ma non decisiva. Quello che invece mi fa alzare con l’argento vivo la mattina è creare qualcosa di mio, qualcosa di diverso ogni giorno, fare e disfare in continuazione.
Peccato che io non lo sapessi. E continuavo a remare controcorrente a me stessa, con il solo risultato di ammazzarmi di fatica.
Per contro profili apparentemente meno “brillanti” e vistosi del mio ma con un CODICE DI BASE alla Donald Trump, uno di quelli che non importa cosa fa, basta che abbia risultati economici, porteranno risultati nel network molto migliori di quanto possa mai fare uno come me, uno che ha bisogno di realizzare se stesso attraverso la sua strada unica. E questa cosa dell’unicità ci porta ad un secondo elemento fondamentale – su cui girano tonnellate di informazioni sbagliate nel settore del network.
Un posto per ogni cosa e ogni cosa al suo posto
“Il Network Marketing è un sistema alla portata di tutti. Chiunque può fare network. Basta usare il prodotto ed esserne entusiasti, il resto verrà da sé.”
Mai sentito questo concetto? Sì lo so… l’hai sentito qualche miliardo di volte.
Il problema di questo concetto è doppio:
1. Non tiene conto di tutto quello che abbiamo detto finora. Il network NON è un mestiere per chi ha un codice di passione alla Frida Khalo. Questo non significa che le persone con un struttura di base alla Donald Trump non abbiano passione, anzi. Solo che per loro la passione, l’entusiasmo, l’accensione, arriva dal pensiero di guadagnare tanti soldi. Per quelli “alla Frida Khalo” invece il valore principale è l’autorealizzazione, l’espressione di sé, la messa a terra della loro creatività.
Purtroppo in giro le persone che hanno chiarezza su questo elemento fondamentale sono pochissime.
Ancora la maggioranza crede che “basta un lavoro purchè porto a casa la pagnotta” e non si rendono conto che invece oggi ha successo ed è felice SOLO CHI ha imparato a guardare dentro di sé, decodificare il proprio personale codice per il successo e mettersi sul mercato del lavoro di conseguenza.
La mancanza di chiarezza su questo punto fondamentale, dalle mie ricerche di questi ultimi quasi dieci anni, è la vera principale causa di fallimento dei networker: se cominci a fare network perché hai bisogno di soldi o perché il tuo lavoro ti fa schifo MA dentro tu sei una persona “alla Frida Khalo”, non riuscirai a fare strada nel network, per quanto ti sforzi e spingi. Ci sarà sempre la parte di te più profonda che farà di tutto per boicottarti. Non per cattiveria, ma perché spera che tu prima o poi ti accorga che il tuo destino è da un’altra parte.
Quindi, se sei una di quelle persone che hanno bisogno di realizzarsi professionalmente in modo creativo, anche se hai un lavoro che ti disgusta o non stai guadagnando abbastanza, la soluzione nel tuo caso non sta nel cercare di far lavorare i soldi per te ma di scoprire come far lavorare al meglio, per il mercato, il TUO TALENTO, quello vero, quello unico che è lì fermo dentro di te e fa di tutto per uscire.
2. Il secondo motivo per cui l’idea del “il network è per tutti” è completamente sbagliata sta nel fatto che oggi – con l’avvento del web e di internet – il passaparola come lo conoscevamo 50 anni fa, con la casalinga che faceva quattro chiacchiere con la vicina di casa, NON ESISTE PIU’.
Oggi il network è al 100% una professione come tutte le altre perciò, se vuoi avere risultati, devi applicare al network i principi e criteri che si applicano al mercato del lavoro e delle professioni oggi.
Ovvero:
- Hai bisogno di fare branding – di te stesso, non del tuo prodotto – il che va esattamente contro alla vecchia e non produttiva teoria del “il mio prodotto è buono per tutti”
- Hai bisogno di specializzarti e aumentare il tuo valore in modo chiaro e ben specifico, non semplicemente andando in giro a sventolare il mantra “il mio prodotto è il migliore”.
- Hai bisogno di comunicarti e presentarti sul mercato in modo tale da distinguerti per le soluzioni che sai portare, non semplicemente per il fatto che sai “parlare bene” e intortare la gente. Perché oggi puoi riuscire ad “intortare” una, due, dieci persone ma è solo questione di tempo e il tutto ti torna indietro effetto boomerang.
- Ma soprattutto hai bisogno di selezionare i tuoi collaboratori così come si selezionano candidati in azienda, non puoi più seriamente affidarti a quegli imbarazzanti annunci tipo “Azienda cerca per ampliamento organico anche senza esperienza”.
Siamo seri, quale vero imprenditore professionista penserebbe mai di mettersi in azienda il primo scappato di casa che ha solo bisogno di soldi e non ha nessuna passione per quello che l’azienda fa?
Nessuno, ovvio.
Peccato sia quello che si insegna regolarmente ai networker: “se hai davanti anche solo uno che respira allora è buono per provare a iscriverlo”.
Quando poi le persone, seguendo questi “saggi” consigli non ottengono risultati, allora chiamano il Motivatore di turno e gli fanno dire che deve “crederci di più”… Non è questione di crederci di più, ma di fare le cose giuste capendo il sistema e il mondo in cui viviamo oggi.
E se dentro di te non hai la stoffa del networker, puoi anche passare tutta la vita a crederci di più ma non caverai un ragno dal buco e finirai solo per ingrassare le fila di tutti quei networker falliti con scatole di prodotti invenduti e inutilizzati in garage.
Sono queste informazioni vecchie e distorte che continuano a girare nel network ad essere il vero nemico di questa industria come del resto di ogni settore lavorativo.
Oggi per avere successo ed essere felice devi per prima cosa capire COSA TI APPASSIONA veramente, quali tue abilità hai bisogno di esercitare più spesso per poter sentire che stai vivendo una vita che vale.
Se poi capita che fra queste tue abilità caratteristiche ci sia il parlare con le persone, il creare eventi sociali, il dragare il mercato alla ricerca di potenziali clienti REALMENTE interessati al prodotto che tu proponi, allora significa che il networker è molto probabilmente la miglior professione tu possa fare.
Ed è giusto che tu lo faccia, con tutte le tue forze ed energie. In quel caso i risultati arrivano, è solo questione di tempo.