Motivazione

La disciplina del piacere ed il piacere della disciplina di Riccardo Pittis

Nel parlare comune, il termine Disciplina ha per molti un’accezione, se non negativa, quantomeno non positiva. Viene percepita come un obbligo morale, una costrizione, la fatica necessaria per ottenere qualcosa.

Taluni la disciplina la vivono come una privazione di libertà, una sorta di sottomissione e di controllo dell’istinto.

Il suo contrario, essere cioè definiti indisciplinati, non è certo considerabile come un complimento.

Nella mia vita invece, la Disciplina l’ho sempre considerata un valore fondamentale che mi ha permesso di raggiungere determinati obiettivi. Senza, con ogni probabilità non sarei diventato un giocatore di basket professionista e non avrei avuto una carriera così importante e vincente.

Gli allenamenti quotidiani da quando ero bambino fino a 36 anni, l’alimentazione controllata, le ore di riposo, una vita regolata e regolare, tutte abitudini che rispettavo per essere nel miglior stato di forma fisica e mentale possibile.

Non solo fuori ma anche in campo la disciplina è stata un elemento essenziale. Il rispetto dei compagni, del coach, degli avversari, degli arbitri (quasi sempre), del proprio ruolo e dei compiti assegnati e molto altro ancora. Tutto questo proteso a realizzare i sogni che avevo da bambino, di poter un giorno vincere scudetti e coppe, di giocare e vincere con la Nazionale. Sogni che ho realizzato grazie anche a questo ponte tra quello che vuoi e quello che ottieni, che è appunto la Disciplina.

In base a queste considerazioni, nella mia nuova veste di mental coach, ho voluto capire come poter trasmettere questo valore, così importante per il raggiungimento dei propri obiettivi, trasformandolo in qualcosa di piacevole e leggero.

Per prima cosa, da appassionato, sono andato a cercarne il significato etimologico ed ho subito ricevuto una gradevole sorpresa, scoprendo che deriva dal latino Discipulus (=Discepolo) quindi legata all’insegnamento, alla possibilità di poter imparare nuove conoscenze.

Ed effettivamente, se applicata con costanza, la Disciplina permette di poter apprendere nuove competenze e così migliorarsi.

Un ‘altra definizione che trovo affine al mio pensiero è quella che definisce la Disciplina come un’attitudine all’autocontrollo ed alla forza per implementare capacità pratiche.

Nella realtà questa attitudine la si può applicare nella realizzazione di un nostro progetto ed è strettamente correlata ad un altro fattore fondamentale per la riuscita dello stesso: la creazione di un’abitudine “vincente”.

Faccio un esempio legato alla mia esperienza sportiva: per poter realizzare il mio sogno, quello di diventare un giocatore di basket, avevo costruito fin da ragazzino delle “abitudini” che sapevo mi avrebbero aiutato a migliorarmi, come ad esempio quella di camminare e palleggiare in mezzo alle gambe ad ogni passo, per poter affinare il mio ball-handling. Lo facevo ogni giorno ed in qualsiasi momento potessi farlo. Ero arrivato a scommettere con me stesso che sarei riuscito ad andare dal portone di casa mia a Milano al campetto dell’oratorio, una distanza di ca 400 metri, attraversando tre strade ed evitando i pedoni, senza mai smettere di palleggiare in mezzo alle gambe e senza mai perdere il pallone.

All’inizio naturalmente il pallone rimbalzava contro una signora, una macchina o la vetrina di un negozio, rendendomi non propriamente simpatico nel quartiere. Poi però con costanza e disciplina, un giorno ce l’ho fatta! E per quanto possa apparire sciocco, io sono certo che aver creato questa abitudine ed averla allenata tutti i giorni, mi ha permesso di essere un giocatore con un buon ball-handling nonostante la mia altezza.

Approfondendo la questione, ho riflettuto su come ognuno di noi, per raggiungere un qualsiasi obiettivo, dal più grande al più piccolo e banale, compie una serie di azioni abitudinarie con una ferrea disciplina.
Guidare, bere un caffè, vestirsi e tutte le normali attività che svolgiamo quotidianamente, sono regolate da una rigida ritualità. Una somma di abitudini create nel tempo e portate avanti ogni giorno disciplinatamente.

Di conseguenza, fondamentalmente, noi siamo tutti (inconsciamente) disciplinati.

Per rimarcare questo concetto, voglio utilizzare un paradosso. Anche nelle condotte di vita più nocive ed autodistruttive, chi le segue compie delle azioni con una ferrea disciplina. Bere, fumare, drogarsi, hanno una serie di rituali che vengono eseguiti con scrupolosa attenzione e questa “disciplina” porta al raggiungimento del proprio obiettivo, l’autodistruzione, con una straordinaria efficacia.

Anche per essere indisciplinati occorre disciplina. Per non rispettare le regole, essere disordinati e caotici e tutti i sinonimi legati all’indisciplina, occorre mettere in atto una serie di azioni radicalmente abitudinarie, che porteranno si al raggiungimento di un risultato, che però sarà per noi controproducente.

  • Per essere un ritardatario cronico, occorre abitualmente mettere la sveglia tardi, partire all’ultimo momento e oltre, non controllare mai l’ora.
  • Per ingrassare, bisogna ingurgitare costantemente molte calorie, non fare sport, mantenere abitudini malsane.

Tutte azioni svolte con grande disciplina.

Per ottenere invece qualcosa di più positivo e produttivo per la nostra vita, che ci permetta di vivere un’esistenza quanto più piacevole possibile, dobbiamo quindi cambiare queste abitudini e metterne in atto di nuove quotidianamente.

Tanti però pensano che cambiare sia difficile, sradicare un’abitudine insediata in noi da tempo immemore sia praticamente impossibile e allora spesso ci si trincera dietro la corazza di un alibi di ferro, pronunciando al mondo ed a noi stessi la frase killer del cambiamento: “eh, ma io sono fatto così!”

Cambiare invece è molto più semplice di quello che sembra. Occorre però Disciplina.

Raggiunta questa consapevolezza, mi mancava un altro gradino fondamentale:

  • Come poterlo trasmettere e trasferire agli altri?
  • Come si può convincere le persone a diventare virtuosi della Disciplina e farsi aiutare da questa potentissima forza interiore?
  • Come poter trasformare ciò che viene percepito come un obbligo, una costrizione, una fatica, in un potentissimo mezzo di trasporto per la realizzazione dei propri sogni?

La risposta che ho trovato è talmente semplice da apparire banale: partire dal piacere e dalla passione!

Semplice, ma non semplicistica.

Quando facciamo qualsiasi cosa ci piaccia fare e che ci appassioni, siamo estremamente disciplinati e non ci pesa per nulla esserlo.

Se abbiamo un sogno da realizzare o un obiettivo da raggiungere, abbiamo bisogno di una forte motivazione per riuscire a farlo. E se questo desiderio è veramente nostro, qualcosa che nasce dentro di noi, è normale che il solo pensiero di poterlo ottenere ci faccia provare una profonda sensazione di piacere. Nasce così l’unica forma di motivazione veramente efficace, l’automotivazione, quella fiamma interna che ci da una sorta di Energia Divina per compiere tutto il necessario per raggiungere il nostro scopo.

Ed è proprio questo tipo di Motivazione la madre della Disciplina, il cui padre è il Sogno.

Fare le cose che ci permettono di provare piacere, sviluppa automaticamente la più forte forma di disciplina, cioè l’Autodisciplina che diventa a sua volta piacevole, fino a trasformarsi in una Virtù.

Se noi poniamo la Disciplina al servizio del raggiungimento e della realizzazione dei propri desideri, quindi all’ottenimento del piacere, riusciremo a rendere più gradevoli anche quelle azioni che ci piacciono meno.

Perché è normale, che all’interno di un progetto per la realizzazione del proprio obiettivo, ci siano anche delle attività più faticose e meno piacevoli rispetto ad altre, ma se la Disciplina è rivolta al raggiungimento del Sogno, sarà un piacere essere disciplinati.

Ecco perché LA DISCIPLINA DEL PIACERE ED IL PIACERE DELLA DISCIPLINA è un’equazione la cui soluzione, se applicata alla propria vita quotidiana, può portare al raggiungimento del benessere e della felicità.

SOGNO → MOTIVAZIONE → ABITUDINE → DISCIPLINA → RISULTATO

Autore: Riccardo Pittis – RP7 Performance Coach www.riccardopittis.it

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