Quante volte ci è stato chiesto di scrivere in cinque nanosecondi il perché della nostra attvità? Cosa molto improbabile da fare che spesso porta un incaricato a scrivere di tutto fuorché la verità!
Spesso le persone non sanno qual è il motivo che le spinge a fare o non fare qualcosa, a prendere o non prendere una decisione e già il non prendere decisioni è una decisione di cui troppo spesso neanche ci si accorge a meno che qualcuno non ci porti a riflettere al riguardo. Quasi mai ci si ferma a riflettere neanche su se stessi.
Dunque torniamo al punto di partenza
LA CRESCITA PERSONALE
Tutto parte sempre da lì. La formazione, lo stimolo continuo alla crescita, alla riflessione, all’esempio da chi ha più esperienza o successo.
Siamo abituati noi stessi a volte a raccontarci bugie, ad autoconvincerci di cose che non stanno né in cielo né in terra per giustificare le nostre azioni o le nostre omissioni.
Quante volte abbiamo sentito ripeterci di dover riportare su carta un elenco di nomi, quali probabili conta , a prescindere che poi queste persone saranno o meno contattate?
E QUI COMINCIA IL DRAMMA
Ci sono però delle semplici strategie per far si che essa non sia l’incubo di ogni nuovo distributore, incaricato, networker o collaboratore che voglia chiamarsi.
Intanto, quali sono le ragioni alla base della richiesta di SCRIVERE una lista nomi? Non di rado, anzi, due liste nomi: la prima per il business, la seconda per chi si pensa possa essere un proprio cliente magari più interessato al prodotto che all’attività.
Esiste svariata letteratura specifica al riguardo ma, riassumendo un po’ quello che è il mio bagaglio di lettura, direi sicuramente che ogni singolo nome che percorre le vie della nostra memoria va rigorosamente trascritto.
Spesso mi è capitato di sentir dire: “No va beh … tanto ho tutto qui” indicando con la mano la testa.
Non andrete da nessuna parte in quel modo … l’essere umano in quanto tale, prima o poi dimentica, tranne forse in casi più unici che rari e dunque molti dei nominativi che avete in mente, se non li trascrivete, svaniranno nei meandri della vostra memoria e qualcun altro li catturerà “all’amo della sua penna” così che poi, voi possiate mordervi i gomiti laddove abbiate spiccate capacità da contorsionista.
Non ci preoccupiamo se i nostri amici più cari e i nostri parenti ci diranno di no … è normalissimo … anzi, loro ci serviranno solo ed esclusivamente per fare esperienza e per forgiare la nostra resistenza ai no che arriveranno anche perché, con molta probabilità, i primi che entreranno nel nostro gruppo di lavoro si staccheranno nel tempo. MOLTO SPESSO NON SONO LORO CHE ARRIVERANNO CON NOI AL SUCCESSO.
Quando scriviamo una lista da alimentare ogni giorno con impegno anche solo con un nome, se non riusciamo a pensare di più, inseriamo tutti coloro che incontriamo o coloro che ricordiamo di aver incontrato nella nostra vita o che quotidianamente vediamo sul luogo di lavoro, per strada, nel nostro negozio di abbigliamento preferito, in pizzeria, dal parrucchiere, in chiesa, ovunque, ma non parliamo del nostro business.
Intratteniamo rapporti di amicizia con queste persone, parliamo con loro, permettiamo loro di esprimersi, diamo loro spazio, facciamo domande e poi ascoltiamo con attenzione le loro risposte senza interrompere di continuo. Creiamo empatia, con gesti , parole, comportamenti. Impariamo a conoscerli a prescindere dall’attività che svolgiamo.
DOBBIAMO ESSERE VERI
Non finalizziamo ogni nostro gesto o pensiero alla sponsorizzazione di questa o quella persona.
Organizziamo attività con o senza di loro, costruiamo la nostra rete di amicizie, impariamo a conoscere coloro con i quali ci relazioniamo. Di questo progetto fanno parte tutti: chi incontriamo in palestra, al mare, alla scuola di recitazione, nel gruppo di volontariato e sopra u o cerchiamo persone che abbiano la voglia e la capacità di relazionarsi con gli altri, che sappiano stare con gli altri e che siano capaci di comunicare empaticamente.
Stiliamo la nostra lista con tanti appunti, ricordiamo chi sono, cosa fanno, se ci hanno raccontato qualche episodio par colare della loro vita, anche particolari apparentemente insignificanti . Alle persone piace essere ascoltate, piace che qualcuno si interessi a loro, che si ricordi di loro. Quando si creerà la circostanza di un nuovo incontro, chiediamo loro come stanno. Chiediamo di questo o quel problema o viaggio o fa o più o meno importante che ci aveva raccontato.
Non immaginate che riverbero positivo possa procurare alla nostra persona.
Manteniamo in ordine i nostri appunti in modo da poter ricordare perfettamente e senza confusione, anche a distanza di tempo, le caratteristiche o le vicende di ognuno di loro.
Richiede tempo?
Si, certamente, lo so, ma con molta probabilità questo ci darà un vantaggio inimmaginabile rispetto alla massa.
Quando giriamo per le strade o ci troviamo al ristorante o in treno, me amo da parte lo smartphone e guardiamo negli occhi le persone, creiamo occasioni.
Spesso vedo gente seduta ad uno stesso tavolo, completamente sola con i propri telefonini, rimanere l’una di fronte all’altra senza scambiare una parola.
ABBANDONIAMO QUESTO MONDO VIRTUALE E TORNIAMO A CONSIDERARE CHI CI STA DI FRONTE.
È vero che oggi tutto si sviluppa online, ma non dimentichiamo da dove veniamo.